I drow
La compagnia di avventurieri giunse davanti all'ultima diramazione del sentiero che si snodava davanti a loro, l'unico che non avevano ancora percorso. Con uno sguardo di intesa, decisero di avventurarsi lungo quella via, sperando che li conducesse al termine della loro ricerca.
Circa un'ora più tardi i nostri eroi si imbatterono in una pattuglia di Drow, gli elfi oscuri, famigerati per la loro crudeltà e per la devozione alla loro divinità, Lolth. La pattuglia era guidata da un capitano e composta da altre due guardie. Il gruppo si fermò, e tra i due gruppi ebbe inizio uno scambio di battute.
Gli esploratori Drow, con toni minacciosi, rivelarono di essere in cerca di anime da sacrificare a Lolth. Il capitano, con un ghigno di superiorità, intimò agli avventurieri di arrendersi, promettendo loro una fine rapida se avessero accettato di buon grado il loro destino.
La proposta del capitano fu accolta con rabbia dal Goliath del gruppo, il quale, senza attendere un segnale dai suoi compagni, sfoderò la sua spada e colpì il drow, preso alla sprovvista. La lama trovò il suo bersaglio, costringendo il capitano a indietreggiare, sorpreso e ferito.
Il combattimento che seguì fu denso di sorprese. Una delle due guardie, in particolare, si rivelò essere in possesso di una spada di potenza insolita, ben superiore a quelle normalmente impiegate dai loro simili. Le scintille volavano ogni volta che l'acciaio si scontrava, illuminando i volti concentrati degli avventurieri.
Nonostante le difficoltà, la situazione sembrava volgere a favore degli avventurieri. Il capitano dei Drow, ormai quasi sconfitto, trovò la forza di suonare un corno che portava al fianco. Il suono, grave e lamentoso, risuonò tra gli alberi, e fu solo un attimo dopo che un'ombra immensa si materializzò: un Dridder, metà elfo oscuro e metà ragno, un abominio creato dalla stessa Lolth.
Il dridder
Il Dridder, creatura della notte e terrore delle profondità, voltò le spalle ai piani del capitano. Con un'azione imprevista che nessuno avrebbe potuto anticipare, si scagliò contro le due guardie Drow rimaste, la sua furia cieca e incontrollata quasi portò alla morte una di esse. La scena era caotica, con i corpi delle guardie che cadevano al suolo, uno dopo l'altro, vinti dalla creatura che avrebbero dovuto comandare.
Le due guardie Drow, superate in forza e velocità, furono rapidamente eliminate, lasciando la compagnia di avventurieri a confrontarsi con il Dridder, l'unica minaccia rimanente. Tuttavia, anziché continuare l'assalto, la creatura, forse istintivamente cercando vantaggio, si ritirò sul soffitto del tunnel, nascondendosi tra le ombre e preparandosi per un attacco più calcolato.
Fu in quel momento che Edith, il warlock del gruppo, dimostrò il suo acume. Con uno scintillio di determinazione nei suoi occhi, concepì un piano tanto audace quanto brillante. Levando il suo bastone, intonò parole di potere antiche, direzionando la sua magia contro le stalagmiti sulle quali il Dridder aveva trovato rifugio. Il suo intento era chiaro: far cadere la creatura, privandola della sua posizione vantaggiosa e, di conseguenza, della sua letalità.
Il piano di Edith] andò a segno. Con un fragore che risuonò attraverso il tunnel, le stalagmiti cedettero sotto l'assalto magico, precipitando al suolo insieme al Dridder. La creatura, ora ribaltata e vulnerabile, cercò disperatamente di rialzarsi, ma fu in quel preciso istante che il Goliath, con la sua imponente statura, si lanciò sull'addome del Dridder, imprigionandolo al suolo con il peso del suo corpo.
L'abominio, schiacciato sotto la forza schiacciante del Goliath, si dibatté furiosamente, ma ogni tentativo di liberarsi fu vano l'ingegnoso piano di Edith, unito alla forza bruta del suo compagno, aveva reso la creatura inoffensiva, garantendo alla compagnia un'insperata vittoria.
Il bosco
Dopo l'arduo scontro con il Dridder, gli avventurieri si sentivano come foglie portate dal vento dell'autunno: leggere, tremanti e sfiniti. Il peso delle battaglie che avevano combattuto gravava su di loro come una corazza di piombo, eppure, mossi da una determinazione incrollabile, continuarono a inoltrarsi nell'Underdark. Ogni passo che allontanava loro dalla scena del combattimento sembrava anche allontanarli dalla sicurezza, ma la speranza di trovare un luogo per riposare e ristorarsi alimentava i loro cuori stanchi.
La marcia sembrava infinita, e il buio dell'Underdark si stendeva intorno a loro come un mare senza onde. Tuttavia, come ogni notte ha la sua alba, anche il tunnel più oscuro ha la sua fine. E così, quasi quando meno se lo aspettavano, i nostri eroi intravidero una luce all'orizzonte, un bagliore che prometteva la fine del loro viaggio sotterraneo.
Con le ultime riserve di energia, si spinsero in avanti, fino a quando il tunnel si aprì su un paesaggio tanto inaspettato quanto benvenuto: un bosco nascosto nelle profondità dell'Underdark. La vista di alberi e di vegetazione, in un luogo dove la luce del sole non giungeva mai, era un miracolo tanto grande quanto qualunque magia che avessero testimoniato.
L'accampamento
Appena giunti ai confini dell'accampamento nascosto nel cuore del bosco sotterraneo, gli avventurieri si resero conto che la fortuna non aveva ancora deciso di sorridere loro. All'interno, vigilavano due guardie dall'aspetto e dall'equipaggiamento simile a quelle che avevano appena sconfitto, accompagnate da due Drow che emanavano un'aura di potere magico, molto probabilmente maghi.
Consapevoli della fatica e delle ferite ancora fresche, e desiderosi di evitare un altro conflitto che avrebbe potuto rivelarsi fatale, gli avventurieri si consultarono brevemente. Decisero di adottare un approccio più cauto, uno stealth, che li avrebbe, si sperava, condotti all'interno dell'accampamento senza destare sospetti.
Edith, la cui abilità nel linguaggio e nell'arte della persuasione era già stata dimostrata, si offrì volontaria per tentare un primo contatto. Con passi misurati, si avvicinò a una delle guardie e iniziò un gioco di parole tanto audace quanto pericoloso. Grazie alla sua straordinaria capacità di intrecciare minacce velate e lusinghe, riuscì a convincere la guardia che era un devoto di Lolth, guadagnando così l'accesso a una delle tende senza destare sospetti.
Mentre Edith scompariva all'interno del tessuto oscuro della tenda, i suoi compagni rimasero in agguato, osservando con attenzione e cercando di capire il momento giusto per agire. Rendendosi conto che aspettare senza un piano alternativo sarebbe stato imprudente, decisero di approfittare di questo momento di calma per riposarsi e recuperare le forze, rimanendo nascosti tra la vegetazione.
Riposati, seppur minimamente, elaborarono un nuovo piano d'azione. Il Draconide, sfruttando la sua natura furtiva e la sua forza, sorprese una delle guardie da dietro, trascinandola silenziosamente nella boscaglia, lontano da occhi indiscreti. Questa mossa inaspettata segnò l'inizio della loro manovra.
Il Goliath, vedendo il Draconide emergere con la guardia catturata, si precipitò a bloccare il Drow prima che potesse dare l'allarme. Nel frattempo, Luxenia, con la sua mente acuta e la sua lingua tagliente, iniziò un serrato interrogatorio, sperando di estorcere informazioni che potessero aiutarli a navigare la situazione con maggiore sicurezza.
L'allontanamento
Mentre la notte avvolgeva il mondo sotterraneo di un silenzio profondo, gli avventurieri, nascosti tra le ombre del bosco circostante l'accampamento, osservavano attentamente. Si resero conto che, ad eccezione di una guardia posizionata dal lato opposto, tutti i membri dell'accampamento si erano concessi al sonno, fiduciosi nella sicurezza che le tenebre e le difese poste sembravano offrire.
Riconoscendo un'opportunità preziosa, decisero di persistere nel loro approccio stealth, evitando accuratamente di destare attenzioni non necessarie che avrebbero potuto sfociare in un confronto diretto, sanguinoso e potenzialmente disastroso. Questa decisione rifletteva non solo la loro saggezza, ma anche un profondo rispetto per la vita, anche in quelle circostanze estreme.
Durante l'esplorazione silenziosa dell'accampamento, il draconide, i cui occhi erano abituati a scorgere tesori nascosti nelle ombre, notò uno scrigno che sembrava promettere ricchezze o segreti. Con le sue abilità affinate sia in battaglia sia nelle arti più sottili dell'intrusione, riuscì ad aprire lo scrigno senza fare rumore. Il contenuto, una volta esaminato e considerato utile per il loro viaggio, fu prontamente prelevato e lo scrigno fu richiuso, lasciando poche tracce del loro passaggio.
Dopo aver completato l'esplorazione e le loro manovre sotto copertura, gli avventurieri si riunirono con Edith. Lei, con la sua astuzia e la sua lingua affilata, aveva ottenuto informazioni preziose e aveva mantenuto la sua copertura senza destare sospetti. Con un sentimento di compiuta missione, decisero che era tempo di lasciarsi alle spalle l'accampamento.
Nel momento del loro silenzioso addio, scelsero di portare con loro il baule, inconsapevoli che il Draconide avesse già esaminato e svuotato il suo contenuto