Monete e bambini

Stanchi ma trionfanti, i nostri avventurieri tornarono al borgo, dirigendosi subito alla casa del borgomastro per consegnare notizie di gloria e riportare la promessa di tesori riportati alla luce. Dopo un breve incontro fatto di saluti, ringraziamenti e qualche pacca sulle spalle, i nostri eroi si diressero alla locanda, dove il calore del fuoco e il conforto di un letto li attendevano dopo le fatiche della miniera. Tra risate e racconti, la notte scese lenta, e ognuno si ritirò nelle proprie stanze, lasciandosi cullare dal meritato riposo.

Ma mentre le candele si spegnevano e il sonno calava profondo, qualcosa di strano si mosse nel buio. Le monete d'oro prese dalla miniera – il bottino conquistato – cominciarono a tremare e, in un attimo di silenziosa metamorfosi, rivelarono la loro vera natura: non erano monete, ma piccoli mimic. Creature subdole, dalle fauci affilate e dagli occhi minuscoli e malevoli, saltarono fuori dalle borse e presero a mordere e graffiare tutto ciò che si muoveva. La locanda si trasformò rapidamente in un campo di battaglia, con avventurieri sbalzati fuori dai letti, brandendo spade e incantesimi per respingere i piccoli mostriciattoli in una confusione di urla e colpi di spada.

Ma proprio mentre la situazione sembrava precipitare nel caos, apparve nella porta della locanda una figura familiare: il bambino che i nostri eroi avevano incontrato poco tempo prima. Con un sorriso calmo e beffardo, il giovane si avvicinò ai nostri avventurieri, e con un semplice schiocco di dita fece sparire i mimic in un istante. L’aria si fece di nuovo tranquilla, e le creature si dissolsero come fumo nel vento. Con la stessa noncuranza di chi racconta un segreto già svelato, il ragazzo si complimentò con gli eroi per la loro impresa, e con un tono enigmatico li avvisò che "ormai manca poco all'arrivo," lasciandoli confusi e pieni di domande.

L’indomani, ancora sconcertati dagli eventi della notte, gli avventurieri tornarono alla casa del borgomastro per informarlo. Ma al loro arrivo, trovarono il palazzo stranamente quieto e deserto, finché una voce tremante li raggiunse da dietro una porta chiusa a chiave: il borgomastro era barricato nella sua stanza, terrorizzato. Con voce rotta e angosciata raccontò che durante la notte era stato attaccato da uno di quei mimic trasformati in moneta che aveva tentato di morderlo.

Con rapida efficienza, gli eroi abbatterono la porta e eliminarono la piccola bestia che si era nascosta tra le assi del pavimento, placando finalmente il terrore del borgomastro. Riconoscente e al contempo preoccupato, l'uomo rivelò che, sebbene il problema delle monete fosse stato risolto, un nuovo e oscuro dilemma incombeva sulla città: qualcosa di strano stava accadendo nell'orfanotrofio, e solo i nostri eroi potevano scoprire cosa si celava dietro quelle antiche mura.